L’11 ottobre è la Giornata Mondiale delle Bambine e delle Ragazze e secondo il Global Gender Gap Report 2020 del World Economic Forum il nostro Paese in un anno è passato dal 70° al 76° posto su 153 per disparità tra uomini e donne in termini di partecipazione economica, istruzione scolastica, salute ed emancipazione politica, insomma è tra gli ultimi in Europa. Secondo le stime per raggiungere la parità a livello globale ci vorranno 99,5 anni (per la parità economica 257). Cerchiamo, però, di andare oltre i numeri e approfittare di questa giornata per capire che oggi nel nostro Paese una bambina non ha le medesime opportunità di emancipazione di un bambino. È questo che deve farci riflettere. Non stupiamoci poi se nemmeno in termini di riconoscimento della libertà di vivere la propria identità sessuale non godiamo affatto di un primato a livello mondiale (e qui potremmo aprire tutto un altro capitolo).Tornando all’11 ottobre, l’ONU ha istituito questa giornata per sottolineare quanto il divario di genere sia ancora fortemente presente in moltissimi Paesi (e badiamo bene non solo quelli ritenuti misogini dall’opinione pubblica). Questo non significa solo che il tema debba necessariamente e seriamente stare al centro delle agende politiche internazionali e nazionali, ma che ognuno di noi dovrebbe farsi carico di quel cambiamento culturale che può partire solo dalla volontà dei singoli.Sì, perché al di là dei numeri, ciò che conta sono le persone e queste discriminazioni le viviamo sulla nostra pelle ogni giorno, poi non volerle vedere è un altro discorso.Elisa Biffi,Responsabile dipartimento Cultura